Oggi scrivo cose... - titolo anti SEO -
Polemizzando in allegria mi chiedo come si possa pensare di acquisire una solida reputazione creando post ad hoc che attraggono per il titolone o per la connessione con un prodotto famoso.
Considerando la curva di interesse, pensate al boa che mangia un cappello... a bombetta, comprendo che sia giusto cavalcare l'onda in serenità cercando visibilità ... ma il non chiedersi cosa si stia offrendo al web, ai lettori concentrando lo scopo nell'esserci è un autogol.
Avrai un click.
Una volta.
Poi farai parte di quell'elenco di blog che commento con un elegante "non andarci, perdi solo tempo... " oppure "è anti-web, meglio Novella 3000".
Forse l'interesse alla base non è offrire un contenuto quanto dare visibilità ad una serie di immagini carine che si alternano con proposte più o meno fuori target... ma rimane il fatto che delle persone hanno perso tempo.
Il tempo è prezioso.
Non torna in dietro.
Una volta rubato non puoi restituirlo a meno che il contenuto che offri non sia un qualcosa in più, ma per comprendere che lo sia deve essere presente il meraviglioso fattore AUTOCRITICA.
Mi domando se la visibilità di un istante consolidi l'ego e quindi la percezione della propria reputazione, dando ragione ad un atteggiamento che ho sempre percepito come dannoso per il web.
Sono un ex -non tanto ex- topo di biblioteca... e le volte che non trovavo corrispondenza tra titolo e testo mi sentivo presa in giro, questo capita anche nel web... perché?
Siamo esseri umani con una rete neurologica continuamente alla ricerca di input per accrescere e rinforzare la rete di informazioni... quando ci troviamo davanti ad una "finta" informazione è come se scendesse un muro davanti al nostro percorso obbligandoci a fastidiosi zig zag e mentre lo facciamo mappiamo quel muro come inutile e dannoso.
Ne vale la pena?
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